....gli mancò il respiro e alzò il capo di scatto dal giaciglio.
A quel punto vide intorno a se i druidi ed i consiglieri piu fidati... ma dovette ricadere senza forze sul giaciglio colpito dal dolore delle diverse parti del suo corpo...
Gli si avvicinò Drazondin "signore delle rose", e disse "principe no....giacete, nessun timore offuschi la vostra mente... non c'è battaglia oggi.... è già passata la mezza ed il nemico non si schiera..."
Drazondin "signore delle rose", aveva un aspetto imponente, carnagione olivastra, una barba sempre incolta, capelli ricci... il suo soprannome gli era dovuto a causa delle tre rose esiccate che portava sempre dentro un panno all'interno della corazza....
nessuno sapeva cosa stessero a significare quelle tre rose...
una volta un forestiero aveva chiesto lumi su quelle rose....
dopo aver chiesto tanto insistentemente ebbe la sua risposta...Drazondin, gli si avvicinò all'orecchio e gli sussurrò delle parole.... il forestiero perse il dono della parola e dell'udito... da allora nessuno chiede piu il significato delle rose.
..."Drazondin, fratello mio, il nemico trama alle nostre spalle, il tempo perso non in battaglia in guerra serve a immaginare e realizzare nefandezze, so di stare male.... ma stasera al crepuscolo, Cheredin mi accompagnerà a rendere omaggio agli Dei".
Detto questo si accasciò emettendo un gemito...
Cheredin era un druido che nessuno amava...
veniva dalle desolate lande di Fiordalia, dove due arcobaleni incrociandosi formano una cupola... gli abitanti vivono ballando continuamente sotto una musica assordante che però non è udibile all'esterno della cupola.
gli abitanti di quelle terre avevano la particolarità di vivere al contrario... nascevano anziani e iniziavano a divenire sempre piu giovani... e si ritrovavano quindi giovani con l'esperienza di anziani....
...lui avrà avuto 12 anni per questo veniva detto il druido bambino.
Nacque la notte e si mossero verso il monte....
Il druido bambino iniziò le preghiere con movenze esperte in un corpo gracile... il suo viso imberbe regalava saggezza e le parole cariche di significati venivano dette con voce stridula da bambino...
Il principe era immobile, seduto a gambe incrociate, guardando verso ovest dove sapeva esserci la casa dei sui cari... il vecchio re e la dolce madre che aspettavano il suo rientro.
La notte stellata senza luna era piena di odori e rumori della foresta...ad un tratto da Est arrivò una civetta... ambasciatrice di sventura...
il principe, memore che in un altra occasione cosi gli era stata annunciata dagli dei la sventura del giorno dopo, con un rapido movimento prese il pugnale che aveva nello stivale e colpì la civetta che nel frattempo stava volando via...
Mentra la civetta agonizzante esalava l'ultimo respiro, il principe si girò verso il druido bambino terrorizzato da ciò che aveva visto e gli disse:" non proferire nulla di ciò che hai visto a nessuno da ora sino alla tua morte, gli Dei sanno che non voglio preavvisi di sventure, non trovo piacere a vivere la vita.
Se contravverrai a questo ordine sarai sculacciato in pubblica piazza".
Per Cheredin, nulla era più offensivo di subire un umiliazione del genere, avrebbe cercato la morte invece di subire un affronto del genere.
Giunse il mattino.
Il principe fece schierare i suoi eserciti, ed una volta schierati ordinò ai generali di prendere i 20 uomini più valorosi e di schierarli nelle retrovie a difesa dei suonatori di tamburi.... e disse a questi che durante la battaglia qualunque cosa fosse successa dovevano continuare a suonare.
Fatto questo...inizio ad arringare i suoi uomini...
"avete combattuto per me senza mai mettere in discussione le mie scelte...
siete il miglior esercito che un principe possa avere...
ma è giunto il momento della resa dei conti...
questa sarà l'ultima battaglia...
se non riporteremo la vittoria questa volta tutto quello che avremo sinora passato non sarà servito a nulla...
siete stanchi, affamati, infreddoliti, siamo di numero inferiore e mal equipaggiati....
ma abbiamo doni che loro non hanno....
dignità, coraggio, rabbia, passione.... e cuore!!!!
....non ascoltate piu le mie parole ascoltate il vostro cuore!!!!" a questo punto stette zitto per una decina di secondi e fece cenno ai suonatori di tamburo di iniziare a suonare....
"quando sarete in battaglia.... qualunque cosa accada.... finchè sentirete il battito del vostro cuore.... niente sarà perduto!!!"
Finito questo discorso battè il pugno tre volte sul petto e fece girare il proprio destriero verso l'accampamento nemico.
Proprio in quell'istante venne avvistato che un drappello proveniente dall'accampamento straniero che si avvicinava...
Tre dei peggiori uomini dell'esercito nemico venivano in parata portando i drappi dei doni...
sero dinanzi al principe con uno strano fardello appresso.
Il peggiore dei tre inizio:
"Principe, questo a noi non serve più...." e con un colpò di pugnale taglio la corda che reggeva il fardello che cadde facendo un rumore sordo.
Il principe mandò Marigeven il generale più crudele che aveva a scoprire cosa c'era dentro quel fardello....
Marigeven aveva un viso bianco come la neve della sua terra, e capelli neri fluenti, i suoi occhi trasmettevano fermezza e crudeltà, sarebbe stata una principessa bellissima se il padre dopo che aveva ucciso due nutrici perche volevano appuntargli fiori nei capelli non avesse deciso di mandarla in guerra.
L'unica cosa che sembrava regalarle sorrisi era un animaletto che teneva nella sua tenda, nessuno lo aveva mai visto si diceva fosse un gatto, un procione o un piccolo demone.
Marigeven si avvicinò e scoprì il fardello; con il suo gesto scoprì il viso angelico che il giorno prima aveva rapito l'attenzione del principe.
Marigeven toccò con due dita, le labbra tumefatte della donna che sembrava non respirare....
stette li pochi secondi....
si girò verso il principe e con una voce flebile...
mentre una lacrima (evento mai visto prima) gli scendeva dal viso e cadendo per terra non fermava la sua corsa ma scendeva verso gli inferi, come fosse stata una goccia di lava infuocata,
"questa donna è nella terra di nessuno!!!".
La terra di nessuno... dove si trovano quegli esseri umani sospesi tra la vita e la morte, dove gli Dei chiedono loro di decidere se andare verso la morte o tornare alla vita...
Il principe... guardò i tre uomini, che fulminati da questo sguardo, smisero di sorridere e disse loro.
"Imploro il vostro re....il giorno degli Dei... tra un ora riceverete il dovuto, andate!"
Il giorno degli Dei era il giorno che un esercito poteva chiedere al nemico per offrire doni e compiere preghiere agli Dei, ma chi lo chiedeva doveva offrire all'avversario tutto il necessario, per fare la stessa cosa.
Ordinò a Cheredin di prendere la donna con se, per curarla ed ai soldati di tornare nell'accampamento.
A questo punto si avvicinò Drazondin che preoccupato disse..."principe... non abbiamo più vettovaglie che offriremo!?!"...il principe rispose..." prendete il mio tesoro degli avi, dividetelo in due e mandatelo a quell'infame."
Drazondin, sentendo queste parole atterrito, disse" ma siete pazzo?! l'oro degli avi, l'oro per il quale abbiamo combattuto?non possiamo consegnare tutto al nemico!!!"
Il principe...con uno scatto di ira si girò verso Drazondin, e prendendolo per i capelli con il pugnale puntato sulla corazza dove erano le tre rose nascoste, disse "chi sei tu per dire a me cosa è importante nella mia vita?!?
... l'oro, i diamanti, le stelle la luna a che servono se non puoi guardare invecchiare la donna che ami!?!? niente vale una sua lacrima tutto vale un suo sorriso!!! vai e non discutere mai piu le mie decisioni"
Detto questo, entrò nella sua tenda e nessuno lo vide più per quel giorno.
lunedì, agosto 13, 2007
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